Prima capitale d'Italia
Ultima modifica 24 novembre 2020
Nel 1860, Giuseppe Garibaldi, dopo essere sbarcato a Marsala, si diresse alla volta di Salemi dove, il 14 maggio, venne accolto con grande entusiasmo dalla popolazione. Grazie all'aiuto del barone Giuseppe Triolo di Sant'Anna di Alcamo, che si era a lui unito con una banda di picciotti assunse il dominio in nome di Vittorio Emanuele II re d'Italia.
Nella Piazza del municipio, denominata "Dittatura" in ricorrenza dell'evento, una lapide ricorda che in quella data Giuseppe Garibaldi arrivò a Salemi dichiarandosi dittatore del Regno delle Due Sicilie “Siciliani! Io vi ho guidato una schiera di prodi accorsi all'eroico grido della Sicilia, resto delle battaglie lombarde. Noi siamo con voi! Non chiediamo altro che la liberazione della nostra terra. Tutti uniti, l'opera sarà facile e breve. All'armi dunque!”.
In quell'occasione l'Eroe dei Due Mondi issò, da sé, sulla cima della torre cilindrica del castello Normanno-Svevo la bandiera tricolore proclamando Salemi la prima capitale d'Italia; titolo che mantenne per un giorno.
Proprio a Salemi fu promulgata una delle prime leggi dell'Italia unificata dando così alla città l'onore di essere la prima capitale dell'Italia liberata. Salemi, quindi, sta a Torino (dove il 17 marzo 1861 è stata proclamata l'Unità d'Italia) come l'atto di concepimento alla nascita;